lunedì 22 aprile 2013

EVVIVA LE USCITE DIDATTICHE!!!

Bene, stasera niente pupazzi e niente cucito ma parlerò di... uscite didattiche. Cosa ci combina? vi chiederete, ci combina, ci combina eccome.
Dunque, il fatto è questo: io sono pazza, si perché solo ad una pazza può venire in mente di portare a spasso per Siena (che in questo periodo è strapiena di gite scolastiche) un gruppo di 28 e ripeto 28 bambini di cui ben 13 di 3 anni.
Era un'esperienza già fatta lo scorso anno: gita a Siena, visita al museo del bambino con annesso laboratorio di animazione alla lettura, foto sulla scalinata del Duomo, pranzo in una pizzeria del centro con seguito di gelato, passeggiata in Piazza del Campo, foto davanti a Fonte Gaia, passeggiata di mezz'ora per tornare allo scuolabus ammirando le bellezze che ci offriva la città, rientro a scuola alle 15,30 (devo precisare che insegno in una monosezione, in un piccolo paese nella periferia sud della città, circa 15 km, ma pochissimi dei miei alunni conoscono Siena). Bene, esperienza stupenda, nessuno che si è lamentato per il molto camminare, tutti belli in fila (parevano soldatini), nessuno che scappava (e fortunatamente nemmeno le pipì...), tutto tranquillo e regolare.
La pazza (io) pensa di ripetere anche quest'anno, non tenendo conto della minaccia dietro l'angolo: 13 bambocci (no 11, perché le femminucce sono molto, ma moooooolto più sveglie dei maschietti, anche se hanno 3 anni, così, giusto per non smentirci mai) dicevo 11 bambocci di 3 anni e mezzo, quasi 4,  praticamente non svezzati, che ancora vanno sul passeggino o in braccio ai genitori (dovresti essere un polipo, o la Dea Kalì, avere un kit di braccia di riserva, per prenderli tutti) che a scuola non fanno mai la pipì, nemmeno quando ce li mandi prima di pranzo o di andare a riposare, ma quando sei fuori... improvvisamente si trasformano in tante fontanelle zampillanti, gli si spana la guarnizione, gli si rompe il sondino del troppo pieno e iniziano a perdere acqua, come la lavatrice quando scarica e tu non ti sei ricordata di attaccare il tubo al lavandino (vi è mai capitato? A me anche troppo spesso finché, tiè, ho fatto mettere lo scarico diretto!). Naturalmente quando succede tutto questo? Ma è ovvio: quando sei il più lontana possibile da un bagno o da un bar, anche se sono passati appena dieci minuti da quando li hai portati fuori dalla pizzeria, anche se prima di uscire hai domandato a tutti se dovevano andare in bagno e tutti hanno giurato di avere già fatto con la maestra Sonia o con Anna, la collaboratrice scolastica. Comunque il bilancio non è stato catastrofico, solo uno non ha retto fino al più vicino bagno, avevamo portato qualche cambio e non è andata malissimo. Il vero dramma è arrivato al momento del gelato. Immaginate la scena: i bambini tutti seduti a terra, in Piazza del Campo (si, perché quest'anno, per fare le originali, non abbiamo preso il gelato in pizzeria, nossignore, abbiamo pensato bene di godercelo sotto alla Torre del Mangia), Sonia che rimane a fare la guardia ai bimbi, io e Anna facciamo la spola dalle gelateria cariche di coni gelato; dopo il terzo viaggio (circa 15 coni dopo) ci si presenta una scena da film dell'orrore: Sonia, bravissima ragazza, ma del tutto priva di senso pratico, in preda al panico, teneva in mano una serie di coni al cioccolato che nel frattempo colava in ogni dove, bambini che frignavano perché rivolevano il maltolto, altri che in piedi vagavano con quel cono in mano spiaccicandolo addosso a chiunque gli capitasse a tiro. L'apocalisse.
Ho cercato di prendere in mano la situazione ed ho fatto un corso accelerato sul come mangiare un cono gelato e la situazione è rientrata nei ranghi, ma ormai il danno era fatto, giubbottini che prima erano tutti lindi e puliti riportavano tracce evidenti di cioccolato nei posti più impensabili,, come gomiti, spalle, schiena; stendiamo un velo pietoso sul davanti e sulle maniche. Visini che sembravano essere stati affondati completamente in un catino di gelato, qualcuno ne aveva sulla fronte e sul collo, tracce di gelato sono state trovate anche nelle orecchie e nei capelli; le mani erano in una condizione indescrivibile: il gelato, ormai secco era entrato anche dentro alle maniche, ma loro erano felici e soddisfatti. Noi ci siamo divertite un mondo a fotografarli durante e dopo il gelato, uno spasso, mi spiace di non poter postare le foto, sono favolose. Sono entrata in un bar ed ho preso due bottiglie di acqua, abbiamo cercato di ripulirli alla meglio e così è finalmente finito l'episodio gelato. Durante il tragitto per tornare allo scuolabus abbiamo rischiato di tornare a scuola con più bambini di quanti ne avevamo quando siamo partiti perché due allegre famigliole tedesche non si sono accorte che i loro pargoli si sono accodati alla nostra piccola carovana e ci stavano seguendo passo passo. Finalmente siamo tornai a scuola e non ci restava altro che affrontare le ire dei genitori, ma sono stati clementi e non credo che ci odieranno per molto tempo.
Ed io... io sono D I S T R U T T A, volevo lavorare un po' per il mercatino del 25 ma non ce la faccio proprio, mi sa che vado a letto con Montalbano (in senso figurato! Cosa avete capito!).
E l'anno prossimo? Dove andremo l'anno prossimo? Chissà... sicuramente troveremo un posto, non troppo facile, non troppo vicino a casa, sicuramente staremo fuori anche a pranzo e sicuramente mangeremo il gelato all'aperto. Sono pazza? Può darsi, ma sicuramente mi diverto un sacco con i miei cuccioli, sono fantastici!!!
BUONANOTTE





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